Dr. in Fisioterapia
Dr. Mag. in Scienze della Riabilitazione
Specialista in Terapia Manuale
Mi occupo di riabilitazione ortopedica praticamente da sempre.
Sono nato e cresciuto professionalmente lavorando a stretto contatto con chirurghi ortopedici ed artroscopisti occupandomi dell'immediato post-chirurgico e della gestione del recupero.
Con il tempo ho affinato la mia formazione in terapia manuale ortopedica approfondendo diversi approcci come il Sahrmann, il McConnell ed il Mulligan
Esercito la professione cercando una guida nelle evidenze scientifiche disponibili.
Utilizzo, nella mia pratica, sistemi di bio-feedback, sistemi di valutazione elettronica a la terapia fisica strumentale evoluta.
La ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA) è uno degli interventi chirurgici più frequenti in ambito ortopedico, soprattutto tra sportivi e persone attive. Tuttavia, il successo dell’intervento dipende in gran parte dalla qualità del percorso riabilitativo. La riabilitazione post-ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA) rappresenta un percorso complesso e strutturato, in cui la progressione non si basa esclusivamente su criteri temporali, ma sul raggiungimento di obiettivi funzionali ben definiti, chiari e misurabili. Ogni paziente segue un piano personalizzato, influenzato non solo dal tipo di intervento chirurgico e dall’innesto utilizzato, ma anche da fattori individuali come il sesso, il livello di attività e gli obiettivi futuri.
La ricostruzione del LCA si basa sull’utilizzo di un innesto che sostituisce il legamento lesionato. Le tecniche principali prevedono l’uso di:
Innesto da tendine rotuleo (BTB - Bone-Tendon-Bone):
In questo caso, si preleva una porzione del tendine rotuleo insieme a due frammenti ossei alle estremità. Questa tecnica offre grande stabilità, ma può comportare dolore anteriore al ginocchio e difficoltà nel recupero dell’estensione completa.
Innesto da tendine gracile e semitendinoso:
I tendini prelevati dalla regione posteriore della coscia vengono intrecciati per formare un innesto robusto. Questo metodo causa meno problemi nell’area donatrice, ma può influenzare la forza dei muscoli flessori del ginocchio.
Entrambe le tecniche presentano vantaggi e limiti, e la scelta dipende da vari fattori, tra cui l’età, il livello di attività e le preferenze del chirurgo.
La riabilitazione dopo la ricostruzione del LCA è suddivisa in quattro fasi principali, ognuna caratterizzata da obiettivi specifici.
1. Fase iniziale: controllo del dolore e riattivazione muscolare
Obiettivi principali:
Ridurre il dolore e il gonfiore attraverso tecniche come il ghiaccio e il drenaggio linfatico manuale.
Recuperare l’estensione completa del ginocchio, prevenendo rigidità articolare.
Attivare il quadricipite per contrastare l’inibizione muscolare artrogenica, spesso presente dopo l’intervento.
L’utilizzo del biofeedback elettromiografico è particolarmente utile in questa fase. Questo sistema consente al paziente di visualizzare l’attivazione muscolare in tempo reale, migliorando la capacità di contrazione volontaria e favorendo il reclutamento neuromuscolare in modo efficace e sicuro.
2. Fase intermedia: recupero del range di movimento e della forza
In questa fase si lavora per ristabilire la normale mobilità articolare e aumentare la forza muscolare. Gli esercizi comprendono movimenti progressivi di carico, come squat controllati e affondi, associati a esercizi propriocettivi su superfici instabili per migliorare la stabilità dinamica.
3. Fase avanzata: preparazione funzionale
L’obiettivo di questa fase è allenare il paziente a eseguire movimenti complessi che simulano le attività sportive. Gli esercizi includono salti pliometrici, cambi di direzione e reattività neuromuscolare.
4. Fase del ritorno allo sport
La fase del ritorno allo sport è la più delicata, poiché richiede una completa guarigione dei tessuti e il ripristino delle capacità fisiche e psicologiche.Per garantire che il paziente sia pronto a tornare all’attività fisica senza rischi, vengono utilizzati protocolli standardizzati:
Test di forza muscolare: confronto tra l’arto operato e quello sano (si richiede una simmetria >90%).
Hop test: valutazione della stabilità dinamica e della potenza muscolare.
Test di controllo neuromuscolare: per analizzare eventuali compensi nei movimenti dinamici.
Questi test, insieme a valutazioni biomeccaniche avanzate, aiutano i professionisti a prendere decisioni informate e a ridurre il rischio di recidive.
Il tipo di innesto utilizzato per la ricostruzione del LCA influisce notevolmente sulla gestione della fase iniziale della riabilitazione:
Innesto tendineo autologo (rotuleo o semitendinoso-gracile):
L’innesto da tendine rotuleo può comportare dolore nella zona donatrice e rigidità iniziale, richiedendo un’attenzione particolare al recupero dell’estensione completa per evitare rigidità e sindrome femororotulea.
L’innesto da semitendinoso-gracile può invece influenzare il recupero della flessione del ginocchio richiedendo un rinforzo progressivo e specifico.
Innesto allogeno:
Offre tempi di recupero biologico più lunghi rispetto agli autoinnesti, rendendo necessaria una progressione più cauta.
Innesto sintetico:
Utilizzato raramente, richiede protocolli riabilitativi specifici, con un monitoraggio rigoroso della stabilità del ginocchio.
L’inibizione muscolare artrogenica è uno dei principali ostacoli nelle prime fasi della riabilitazione. In breve, rappressenta un meccanismo neurologico che limita l’attivazione del quadricipite a causa del gonfiore e del dolore ed altera il normale controllo neuromuscolare del quadricipite.
Interventi riabilitativi:
Elettrostimolazione neuromuscolare: stimola il quadricipite quando il paziente fatica ad attivarlo volontariamente.
Esercizi isometrici: come contrazioni volontarie del quadricipite in estensione completa, per riattivare il muscolo in sicurezza.
Ruolo del biofeedback elettromiografico:
Questo strumento avanzato permette al paziente di visualizzare in tempo reale l’attivazione muscolare, facilitando un miglior reclutamento neuromuscolare. È particolarmente utile nelle prime fasi per superare l’inibizione artrogenica e promuovere un recupero precoce.
Le differenze di genere influenzano il rischio di infortunio e il processo di recupero:
Donne: hanno un rischio di lesione al LCA 2-8 volte maggiore rispetto agli uomini, attribuito a fattori come l’angolo Q maggiore, il controllo neuromuscolare e le fluttuazioni ormonali. Durante la riabilitazione, è fondamentale concentrarsi su esercizi specifici per il controllo dell’allineamento dell’arto inferiore e sulla prevenzione dei compensi biomeccanici.
Uomini: tendono a recuperare la forza muscolare più rapidamente, ma possono essere più inclini a forzare i tempi di ritorno allo sport. La riabilitazione deve quindi enfatizzare la progressione graduale e il rispetto degli obiettivi funzionali.
La riabilitazione post-ricostruzione del LCA è un percorso complesso che richiede una pianificazione accurata e un approccio personalizzato. Tenendo conto delle specificità di ciascun paziente – inclusi fattori come il tipo di innesto, le differenze di genere e gli obiettivi personali – è possibile garantire un ritorno sicuro e duraturo all’attività fisica, minimizzando il rischio di recidive.